Come studiare il sottosuolo lunare
L’esplorazione spaziale si sta concentrando molto sul ritorno dell’uomo sulla Luna e sullo studio più approfondito del nostro satellite. Esso racchiude ancora moltissimi misteri. Uno di questi è cosa si cela nel sottosuolo lunare. Dalla NASA arriva una nuova teoria per studiarlo.
La nuova corsa alla Luna
Tutte le agenzie spaziali del mondo stanno concentrando le loro forze nella nuova corsa alla Luna. La NASA sta procedendo con le missioni Artemis, che hanno come obiettivo quello di riportare l’uomo sulla Luna, dopo quasi 50 anni dall’ultimo allunaggio.
Alcuni mesi fa l’India è diventata il quarto paese al mondo ad essere atterrato sulla Luna, con la missione Chandrayaan-3. La missione Luna 25 di Roscosmos è, invece, fallita.
A partecipare a questa nuova corsa alla Luna ci sono anche la Cina, gli Emirati Arabi e il Giappone.
Tra gli obiettivi c’è quello di studiare il sottosuolo lunare
La Cina è stata la prima agenzia spaziale a mandare una sonda al Polo Sud. Questa zona è diventata di grande interesse, perché sembra la zona perfetta per un possibile insediamento umano. L’acqua ghiacciata del polo rappresenta una fonte di liquidi e di idrogeno.
Se il Polo Sud non è stato raggiunto per la prima volta il sottosuolo, invece, non è ancora stato esplorato. E c’è anche questo tra i principali obiettivi di tutte le agenzie spaziali.
Conoscere meglio la struttura interna del nostro satellite naturale è importante per capirne la sua evoluzione e fondamentale per le future missioni.
Una serie di missioni ha già mappato il sottosuolo lunare, evidenziandone le caratteristiche. Tuttavia, nessuno è mai andato in profondità. Si presume ci siano grandi caverne prodotte dallo scorrere della lava, depositi di ghiaccio o di minerali.
Tentativi di studiare il sottosuolo lunare
Oggi la NASA ha un’idea per studiare il sottosuolo lunare, ma in precedenza sono già stati fatti alcuni tentativi.
La missione più importante per studiare il sottosuolo lunare fu la missione giapponese SELENE, che tra il 2007 e il 2009, manovrò segnali radar capaci di penetrare fino 5 chilometri di profondità, grazia al Lunar Radar Sounder. Tuttavia, i dati raccolti non fornirono molte informazioni e non fu fornita nessuna immagine ad alta risoluzione della struttura interna della Luna.
Alcuni rivelamenti sono stati fatti dalle missioni Apollo ed erano alta risoluzione, ma si limitavano al sottosuolo più superficiale.
Il progetto PEDALS per studiare il sottosuolo lunare
Oggi il team del JPL (Jet Propulsion Laboratory) della NASA ha sviluppato una tecnologia che potrebbe rivoluzionare l’esplorazione del sottosuolo lunare.
Il progetto prende il nome di PEDALS (Passively Expanding Dipole Array for Lunar Sounding) e ha messo a punto una speciale antenna in grado di auto dispiegarsi sulla superficie lunare e mappare il sottosuolo.
Il team di PEDALS ha cinque obiettivi per questa missione, dalla mappatura in tre dimensioni dei vulcani lunari alla comprensione della densità delle rocce di alcune specifiche zone.
Ci sono ancora molti aspetti della missione da definire, tra i quali l’area dove lanciare l’antenna. Ora il progetto è in attesa dei finanziamenti, dopodiché si procederà alla realizzazione dei primi prototipi.
Come funzionerà
Il team, probabilmente, realizzerà 2 o 3 prototipi prima di realizzare l’antenna che andrà sulla Luna. Ma una volta lanciata quest’ultima, come funzionerà?
L’antenna sarà inizialmente richiusa su sé stessa. Verrà lanciata e raggiungerà l’orbita lunare con una sonda. Quando verrà fatta atterrare sulla superficie lunare rimarrà richiusa dentro un airbag che la proteggerà al momento dell’atterraggio.
Nel momento in cui lo strumento toccherà la superficie lunare dispiegherà una serie di bracci. Quando i bracci saranno completamente distesi l’antenna invierà dei segnali radar i quali raggiungeranno profondità diverse e ribalzeranno tornando ai bracci, i quali invieranno le informazioni alla Terra.