La Stazione Spaziale Internazionale ha i giorni contati. L’anno del suo pensionamento è stato fissato per il 2030 ma non sarà un processo semplice. Ecco come verrà abbandonata e smaltita la ISS per sempre.

2026: la ISS inizierà a scendere di quota

La NASA ha deciso che dal 2026 in poi lascerà che la Stazione Spaziale Internazionale inizi la sua lenta discesa verso l’atmosfera terrestre.

Ciò, in realtà, avviene già regolarmente. La ISS, infatti, si trova sempre in una condizione di lenta discesa verso il pianeta Terra. Ma puntualmente la NASA la riporta alla quota prestabilita per il suo stazionamento, ovvero intorno ai 400 chilometri dalla superficie terrestre.

Dal 2026 in poi, invece, tali manovre di riposizionamento non verranno più effettuate e la Stazione inizierà la sua lenta discesa verso il suolo senza nessun intervento.

2030: l’ultimo equipaggio lascerà definitivamente la Stazione

Dato che non verrà più effettuata alcuna manovra di riposizionamento, nel 2030 la ISS dovrebbe trovarsi a circa 280 chilometri dalla superficie terrestre.

È proprio quello il momento in cui l’ultimo equipaggio lascerà definitivamente la Stazione.

Sarà un momento importante ed emozionante. Dopo più di tre decenni di attività la ISS potrà andare finalmente in pensione.

In quegli anni, infatti, la Stazione Spaziale Internazionale, raggiungerà un’età tale da non poter essere più considerata sicura. I lunghi anni passati nello spazio e le sollecitazioni alle quali è stata sottoposta l’hanno messa a dura e prova.

La sua carriera è iniziata nel 1998, anno in cui iniziò la sua costruzione e terminerà definitivamente nel 2031, a 33 anni.

Quando l’ultimo equipaggio umano lascerà definitivamente la ISS porterà con sé tutto il materiale che sarà in grado di recuperare e lascerà il resto a bordo, in modo che vada distrutto per sempre insieme alla stazione.

Cosa succederà alla ISS dopo

A quel punto, però, la Stazione Spaziale Internazionale non verrà lasciata da sola. Subito dopo che l’ultimo equipaggio avrà abbandonato la ISS arriverà un rimorchiatore spaziale, che si occuperà di riportare la Stazione nell’atmosfera terrestre senza rischi.

Il rimorchiatore trascinerà la stazione fino a un centinaio di chilometri dalla superficie terrestre. A quel punto l’atmosfera terrestre stessa frenerà la caduta della ISS e la farà cadere nell’Oceano Pacifico.

L’area in questione è quella utilizzata solitamente per il rientro controllato di tutti i satelliti della NASA (e non solo). Essa si trova tra la Nuova Zelanda e l’America ed è un vero e proprio cimitero di veicoli spaziali.

Tuttavia, la Stazione, che quando entrerà in atmosfera avrà raggiunto una velocità di 28.000 chilometri orari, al contatto con essa dovrebbe fondersi completamente.

Se così non fosse i suoi resti giaceranno per sempre sul fondo dell’Oceano Pacifico. Al momento del rientro della ISS quell’area specifica dell’Oceano dovrà essere interdetta dal passaggio di navi e aerei.

Un’operazione complessa, che in passato è già stata sperimentata, ma mai per un veicolo spaziale di queste dimensioni.

Il rimorchiatore spaziale

Il rimorchiatore spaziale denominato per il momento USDV (US Deorbit Vehicle) avrà un ruolo fondamentale nel rientro della ISS e per esso sono stati stanziati un miliardo di dollari.

La NASA delegherà la costruzione del rimorchiatore a un’altra società. Il bando si è appena concluso.

È stato calcolato che il rimorchiatore in questione dovrà essere in grado di trasportare e bruciare circa 8 tonnellate di propellente, il quale dovrà bruciare in appena 15 minuti. È questo il tempo, infatti, che la ISS dovrà impiegare per scendere da 280 a 120 chilometri dalla superficie terrestre.

Se queste tempistiche non venissero rispettate o se il rimorchiatore non riuscisse a mantenere la Stazione in linea retta questa potrebbe finire fuori rotta.

Ci vorranno alcuni anni, quindi, prima di costruire un rimorchiatore in grado di trasportare in sicurezza la ISS in atmosfera, affinché la sua lunga carriera termini in tutta sicurezza.