Orion: la navicella che riporterà l’uomo sulla Luna
Orion è la nuova navicella che riporterà l’uomo sulla Luna e oltre. È il cuore pulsante della missione Artemis ed esteticamente ricorda la navicella Apollo, ma tecnologicamente molto più evoluta. Scopriamola insieme.
Orion sulle orme di Apollo
La navicella Apollo portò l’uomo sulla Luna per la prima volta ed è rimasta nel cuore del mondo intero. Ovviamente, le nuove missioni con equipaggio umano non possono non ricordare quelle storiche imprese, così come la nuova navicella non può non ricordare la vecchia.
Tuttavia, negli anni la tecnologia si è evoluta tantissimo, soprattutto quando parliamo dell’ambito aerospaziale. La navicella Orion somiglia molto esteticamente all’Apollo, ma è molto più grande e comoda.
La differenza principale è che l’Apollo non è stata mai pensata per viaggiare nello spazio profondo. Orion sì. È la prima astronave ad essere stata costruita per viaggiare nello spazio profondo, pensata per essere integrata con moduli abitativi che permetteranno missioni di lunga durata sulla Luna, ma che, in futuro, permetteranno anche di raggiungere Marte.
Nome completo MPCV
La navicella, il cui nome completo è Orion Multi Purpose Crew Vehicle, è un veicolo pensato per diversi scopi ad uso abitativo, per equipaggio umano.
È un veicolo progettato dalla Lockheed, studiato per essere parzialmente riutilizzabile per diverse missioni e realizzato appositamente per la missione Artemis.
È grande e comoda e può ospitare quattro astronauti. In futuro possono essere aggiunti altri moduli abitativi ad essa.
Attualmente, può ospitare un equipaggio completo di quattro astronauti per 21 giorni, prima di dover attraccare a un altro veicolo, ma in futuro potrà ospitare gli astronauti per mesi, andata e ritorno da Marte.
Le prime missioni
Orion partirà per la sua prima missione con il primo lancio della missione Artemis, che sta avendo qualche problema ma che dovrebbe partire al più presto.
Durante la sua prima missione, l’astronave ospiterà tre manichini della NASA, riempiti di sensori utili per rilevare le condizioni a bordo, e un piccolo pupazzo dell’ESA.
Dalla seconda missione si spera possa ospitare un equipaggio umano.
Tuttavia, questa non si tratta della prima missione in assoluto di una navicella Orion. Siccome inizialmente si pensava di utilizzare l’astronave per altri scopi, e solamente in seguito si è deciso di affidargli la missione Artemis, questo veicolo è pronto da diverso tempo.
Il primo lancio di prova di una navicella Orion (non l’attuale migliorata) è avvenuto nel 2014.
Componenti di Orion
Oltre al modulo principale di Orion, quello abitativo, c’è un secondo modulo di servizio, attaccato a quello che ospita gli astronauti.
Si tratta di un modulo progettato e realizzato in Europa, fornito dall’ESA (che collabora alla missione Artemis con la NASA) e che contiene le riserve di acqua e ossigeno.
La navicella dispone di un grande motore che consente le operazioni intorno alla Luna e il rientro sul pianeta Terra. Il motore conta 32 piccoli propulsori che permettono di controllare i movimenti e gli spostamenti della navicella.
I suoi sistemi evoluti fanno sì che la maggior parte delle operazioni di guida e navigazione siano completamente autonomi. Orion ha, inoltre, un sistema che offre 60 interfacce grafiche.
A bordo di Orion c’è un grandissimo contributo italiano. Molte componenti del modulo di servizio, tra cui l’intera struttura e alcuni sistemi, sono stati realizzati in Italia dalla Thales Alenia Space e da Leonardo.
Quest’ultimo ha anche realizzato i quattro panelli solari che forniranno alla navicella tutta l’energia di cui avrà bisogno.
Al rientro nell’atmosfera i due moduli si divideranno e solamente quello abitativo sarà riutilizzabile.
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